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Politica
Elezioni regionali, crollo verticale dei votanti in Puglia
Un dato su cui tutta la politica dovrebbe attentamente riflettere
Puglia - lunedì 24 novembre 2025
16.54
Elezioni regionali della Puglia ovvero come l'astensionismo batte centrosinistra e centrodestra.
È questo il dato più forte che viene fuori dalla due giorni elettorale, con i votanti che si sono attestati sul 41,83%, mai un dato così basso nell'era repubblicana. Nel 2020 si era già gridato alla disaffezione dalla politica, con il 56,43%, ma questo dato appare lampante e devastante al tempo stesso: a quasi due terzi della popolazione pugliese non interessa recarsi alle urne.
Un picco di poco più di 14 punti percentuali che rappresentano la rappresentazione plastica di due aspetti: non c'è affatto interesse per le vicende politiche, poiché in tanti ritengono si decida tutto nelle stanze dei bottoni, e le percentuali aumentano solo alle Comunali, quando il clientelismo affonda i suoi artigli in una fascia larga della popolazione pronta a vendersi.
Il risultato è sconfortante, per vincitori e vinti, ed il trend non sembra potersi modificare nei prossimi anni. Governerà ancora il centrosinistra, maggioranza blindatissima dalla legge regionale, figurarsi dopo il consenso acquisito, tra faide interne a periodi e manie di onnipotenza di qualcuno. Più di un ventennio al potere, aiutano anche taluni atteggiamenti.
Il centrodestra nazionale, invece, dovrà prima o poi iniziare a valutare seriamente l'operato dei dirigenti regionali, perché è impossibile che una coalizione che in altre parti d'Italia supera anche il 50% dei consensi, in Puglia continui da quattro lustri a fare figuracce. L'impressione è che vi siano molti capibastone e pochissimi uomini o donne carismatici e che si pensi più alle carriere proprie, a Roma o a Bruxelles, che al bene dei partiti e della coalizione.
Auguri ad Antonio Decaro, che dovrà risolvere tre problemi urgentissimi non senza l'interlocuzione con l'Esecutivo centrale: il nodo ILVA fondamentale da un punto di vista occupazionale ed ambientale; la scarsità di risorse idriche per un comparto agricolo alla canna del gas, soprattutto in Capitanata e nel Nord Barese, col problema Xylella che si affaccia sempre di più; una Sanità con tante vetrine, qualche eccellenza e molti, troppi, cerotti posticci. E nel capoluogo, insieme al suo amico Vito Leccese, dovrà prima o poi intervenire con tutto il suo carisma per chiudere al meglio la vicenda della multiproprietà al Bari calcio, che involontariamente (?) aveva creato lui stesso nel 2018.
È questo il dato più forte che viene fuori dalla due giorni elettorale, con i votanti che si sono attestati sul 41,83%, mai un dato così basso nell'era repubblicana. Nel 2020 si era già gridato alla disaffezione dalla politica, con il 56,43%, ma questo dato appare lampante e devastante al tempo stesso: a quasi due terzi della popolazione pugliese non interessa recarsi alle urne.
Un picco di poco più di 14 punti percentuali che rappresentano la rappresentazione plastica di due aspetti: non c'è affatto interesse per le vicende politiche, poiché in tanti ritengono si decida tutto nelle stanze dei bottoni, e le percentuali aumentano solo alle Comunali, quando il clientelismo affonda i suoi artigli in una fascia larga della popolazione pronta a vendersi.
Il risultato è sconfortante, per vincitori e vinti, ed il trend non sembra potersi modificare nei prossimi anni. Governerà ancora il centrosinistra, maggioranza blindatissima dalla legge regionale, figurarsi dopo il consenso acquisito, tra faide interne a periodi e manie di onnipotenza di qualcuno. Più di un ventennio al potere, aiutano anche taluni atteggiamenti.
Il centrodestra nazionale, invece, dovrà prima o poi iniziare a valutare seriamente l'operato dei dirigenti regionali, perché è impossibile che una coalizione che in altre parti d'Italia supera anche il 50% dei consensi, in Puglia continui da quattro lustri a fare figuracce. L'impressione è che vi siano molti capibastone e pochissimi uomini o donne carismatici e che si pensi più alle carriere proprie, a Roma o a Bruxelles, che al bene dei partiti e della coalizione.
Auguri ad Antonio Decaro, che dovrà risolvere tre problemi urgentissimi non senza l'interlocuzione con l'Esecutivo centrale: il nodo ILVA fondamentale da un punto di vista occupazionale ed ambientale; la scarsità di risorse idriche per un comparto agricolo alla canna del gas, soprattutto in Capitanata e nel Nord Barese, col problema Xylella che si affaccia sempre di più; una Sanità con tante vetrine, qualche eccellenza e molti, troppi, cerotti posticci. E nel capoluogo, insieme al suo amico Vito Leccese, dovrà prima o poi intervenire con tutto il suo carisma per chiudere al meglio la vicenda della multiproprietà al Bari calcio, che involontariamente (?) aveva creato lui stesso nel 2018.

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