
Cronaca
Omicidio Michele Cilli a Barletta, la Cassazione conferma le condanne: 18 anni e 8 mesi a Sarcina
Definitive anche le accuse per Borraccino per quanto accaduto nella notte tra il 15 e il 16 gennaio 2022
Puglia - lunedì 7 luglio 2025
11.31
Il processo per la scomparsa e l'omicidio di Michele Cilli si chiude con una sentenza definitiva. La Corte di Cassazione ha confermato le condanne emesse nei due precedenti gradi di giudizio, rendendo irrevocabile la responsabilità penale di Dario Sarcina e Cosimo Damiano Borraccino, accusati a vario titolo della morte e dell'occultamento del corpo del 24enne barlettano, scomparso nella notte tra il 15 e il 16 gennaio 2022.
Sarcina, considerato l'esecutore materiale del delitto, dovrà scontare 18 anni e 8 mesi di reclusione per omicidio volontario. Borraccino è stato invece condannato a 5 anni e 8 mesi per il ruolo avuto nella soppressione del cadavere, mai ritrovato. Secondo la ricostruzione emersa durante le indagini e nel corso del dibattimento, Michele sarebbe stato attirato in un garage alla periferia di Barletta, in viale Ofanto, dove sarebbe poi stato ucciso.
Un'immagine chiave dell'inchiesta – ripresa da una telecamera di videosorveglianza – mostrerebbe Borraccino mentre riempie una tanica di benzina in una stazione di servizio, elemento che ha rafforzato il quadro accusatorio sulla distruzione del corpo.
Dalle motivazioni della sentenza emerge che il movente del delitto affonderebbe le radici nei contrasti legati al controllo delle piazze di spaccio locali.
Sarcina, considerato l'esecutore materiale del delitto, dovrà scontare 18 anni e 8 mesi di reclusione per omicidio volontario. Borraccino è stato invece condannato a 5 anni e 8 mesi per il ruolo avuto nella soppressione del cadavere, mai ritrovato. Secondo la ricostruzione emersa durante le indagini e nel corso del dibattimento, Michele sarebbe stato attirato in un garage alla periferia di Barletta, in viale Ofanto, dove sarebbe poi stato ucciso.
Un'immagine chiave dell'inchiesta – ripresa da una telecamera di videosorveglianza – mostrerebbe Borraccino mentre riempie una tanica di benzina in una stazione di servizio, elemento che ha rafforzato il quadro accusatorio sulla distruzione del corpo.
Dalle motivazioni della sentenza emerge che il movente del delitto affonderebbe le radici nei contrasti legati al controllo delle piazze di spaccio locali.