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Rapina aggravata ai danni di un notaio: due degli arrestati sono di Andria

Le indagini complesse sono state condotte dalla Squadra Mobile del capoluogo pugliese e dalla Polstrada

Nel corso della mattina dell'11 febbraio u.s., in Bari ed Andria, agenti della Squadra Mobile di Bari e del Compartimento Polizia Stradale "Puglia" hanno tratto in arresto, in esecuzione di una misura cautelare emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Bari, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, quattro soggetti, due baresi e due andriesi, tra cui una donna, ritenuti responsabili, in base agli elementi acquisiti nel corso delle indagini, - accertamenti compiuti nella fase delle indagini preliminari che necessitano della successiva verifica processuale nel contraddittorio con la difesa - di tentata rapina aggravata, in concorso, ai danni di un notaio di Lavello (PZ).

Le indagini, estremamente complesse, che hanno portato agli arresti in argomento, sono state condotte dalla Squadra Mobile del capoluogo pugliese e dal Compartimento della Polizia Stradale "Puglia", con il coordinamento della D.D.A. e, attraverso una mirata attività tecnica di intercettazione e pedinamento elettronico, hanno consentito di accertare che i quattro individui avevano ideato, iniziato ad eseguire e portato quasi a compimento – nella serata del 10 dicembre scorso - un piano volto a rapinare il notaio. In particolare, è emerso dalle indagini che, nelle serate del 12 novembre e del 10 dicembre scorsi, i presunti autori della tentata rapina avrebbero attentamente pedinato il professionista, al fine di studiarne le abitudini e gli spostamenti.

Nella serata del 10 dicembre, dopo settimane di preparazione, il progetto criminale stava per giungere a compimento, perché il gruppo era in effetti entrato in azione. Ad ognuno era affidato uno specifico ruolo e precise modalità di intervento: le c.d. "bacchette" monitoravano, nel centro di Bari, i movimenti del professionista, seguendolo fin dal suo arrivo in città. Nel precedente tentativo del 12 novembre, altri soggetti avevano monitorato e presidiato le vie di ritorno, che il notaio avrebbe percorso per rientrare nella propria città di residenza, ma il progetto criminale non si concretizzava, in quanto la vittima modificava il percorso di rientro.

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