Pellegrino, ma anche Basile: al Challenger di Perugia è Puglia on fire

Puglia sugli scudi agli Internazionali di Perugia di tennis: anzi, è stata Puglia on fire, volendo usare uno slogan tanto in voga negli ultimi tempi. Lo strameritato trionfo finale di Andrea Pellegrino da Bisceglie, e l'esaltante corsa dal primo turno di qualificazione alla semifinale di Pierluigi Basile da Martina Franca, la dicono lunga sull'ottimo momento che da qualche anno sta attraversando il tennis pugliese.

Il tutto naturalmente nel quadro generale di un tennis italiano che proprio in questi anni ha raggiunto il livello nettamente più alto della sua storia grazie alle imprese di Sinner, di Jasmine Paolini e dell'eterna Sara Errani, ma anche di Lorenzo Musetti, Matteo Berrettini, Flavio Cobolli e Luciano Darderi.

A Perugia Andrea Pellegrino è tornato ad essere quello che tra aprile e maggio aveva impressionato a Cascais, nel Challenger 175 di Estoril, dove si era arreso in finale soltanto dinanzi all'americano Alex Michelsen, dopo peraltro aver messo in riga gente come Lajovic, Auger-Aliassime, Jarry e Vukic.

Il Pellegrino visto agli Internazionali di Perugia, dopo aver lasciato il primo set al giovane palermitano Gabriele Piraino, si è trasformato in una macchina da tennis pressoché irresistibile, in un torneo che aveva via via perso per strada gente come Svrcina e Sachko (finalisti a Barletta, lo scorso aprile), l'idolo di casa Francesco Passaro (eliminato in due set ai quarti proprio da Andrea Pellegrino, come Lajovic - eliminato al secondo turno dal poi finalista Nerman Fatic, il quale avrebbe poi riservato lo stesso trattamento al ceko Dalibor Svrcina - e, perché no, come un certo Stan Wawrinka, il cui curriculum non ha certo bisogno di presentazioni.

Gabriele Piraino, Federico Bondioli ("giustiziere di Sachko"), il perugino doc Francesco Passaro, e infine Luca Nardi, sono state le "vittime" di un Andrea Pellegrino perfetto. Perfetto a tal punto da non dare praticamente mai l'impressione di poter perdere la finale con il pur bravo trentenne bosniaco Nerman Fatic, giunto all'atto conclusivo dopo essere partito dalle qualificazioni, così come dalle qualificazioni era partito Pier Luigi Basile.

Il 18enne di Martina Franca - sul cui brillante futuro sono in tanti gli addetti ai lavori a scommettere - ha disputato un torneo finalmente all'altezza del suo grande talento, fermandosi solo al tie break del secondo set della semifinale contro Fatic, dopo che tra qualificazioni e tabellone principale aveva lasciato per strada solo il primo set del match di qualificazione contro Marco Cecchinato.

Nulla da fare invece, nell'ordine, per Giovanni Fonio, lo spagnolo Sanchez Jover, il moldavo Radu Albot (che nel primo turno ha fatto fuori Wawrinka) e Federico Arnaboldi.
Questo il ruolino di marcia di Pier Luigi Basile fino alla semifinale persa contro Nerman Fatic.

Una sconfitta che se da un lato ci ha privato del sogno di una finale tutta pugliese, dall'altro ci restituisce la certezza di un movimento, quello del tennis pugliese, in costante ascesa dove - come dimostrato dal trionfo perugino di Andrea Pellegrino - per i trofei basta solo aspettare.