Operazione anti-droga in Salento: 15 arresti

Gli accusati dovranno rispondere anche di estorsione

martedì 10 gennaio 2023 19.17
I Carabinieri hanno eseguito nel Salento un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del Tribunale di Lecce nei confronti di 15 persone (di cui 12 in carcere e 3 agli arresti domiciliari) accusate a vario titolo di associazione per delinquere armata, finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, tentato omicidio, estorsioni, con l'aggravante del metodo mafioso e porto e detenzione di armi ed esplosivi.

L'indagine è stata condotta dall'agosto 2019 dai carabinieri della sezione operativa del N.O.R. della Compagnia di Maglie, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce. Nell'operazione sono impegnati oltre 120 Carabinieri in forza ai reparti dipendenti dal Comando Provinciale di Lecce, con il concorso dello Squadrone Eliportato Cacciatori "Puglia" e le unità antidroga e anti-esplosivo del Nucleo Carabinieri Cinofili di Modugno, supportate dall'alto da un velivolo del 6° Nucleo Elicotteri Carabinieri di Bari.

Le indagini sono partite nel 2019 dopo il tentato omicidio di un pregiudicato per contrasti nell'attività di noleggio dei lettini sulle spiagge e per la gestione dello spaccio di droga. Secondo quanto accertato dagli inquirenti, la compagine criminale avrebbe operato nell'area centro-orientale della provincia salentina, diretta da una persona condannata per associazione mafiosa e storicamente legata a un esponente di spicco della Sacra corona unita.

Gli investigatori hanno accertato l'esistenza di una struttura organizzata e verticistica, con distinzione di ruoli, mansioni e gradi; i rapporti tra alcuni degli arrestati con esponenti di clan riconducibili alla Scu leccese e di altre province della Puglia, con i quali sarebbero stati stretti accordi; l'esistenza di basi logistiche e di una cassa comune; l'adozione di ritorsioni nei confronti degli affiliati qualora avessero violato le regole ed il ricorso alla violenza fisica per la risoluzione delle controversie anche nei confronti di comuni cittadini. Inoltre l'associazione criminale utilizzava utente intestate a soggetti terzi estranei; e aggrediva commercianti danneggiando i loro negozi per convincerli a cedere alle richieste estorsive.