Bomba ad Andria
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Cronaca

Bomba ad Andria, in due ai domiciliari: l'ordigno distrusse l'ingresso di uno stabile di Arca Puglia

L'esplosione causata dall'assemblaggio e dalla deflagrazione simultanea di 24 petardi di categoria F4

Nei giorni scorsi, il GIP di Trani ha adottato un'ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari nei confronti di due persone, di ventinove e ventidue anni, ritenute responsabili dei reati di porto in luogo pubblico e detenzione di materiale esplosivo, accogliendo la richiesta della Procura di Trani: l'ordinanza è stata eseguita dalla Squadra Mobile. Il GIP ha condiviso l'impostazione del Pubblico Ministero, fondata sulle indagini svolte avvalendosi della Squadra Mobile.

I fatti risalgono al 1° gennaio 2025, quando, in occasione dei festeggiamenti di Capodanno, una forte esplosione ha distrutto l'ingresso di un edificio di proprietà dell'Arca Puglia situato nel quartiere di "San Valentino" di Andria.

L'esplosione, oltre ad aver divelto l'ingresso dell'immobile, fu tale da determinare danni strutturali all'intero stabile, rendendo necessaria l'evacuazione di tutti i nuclei familiari ivi presenti. Solo dopo alcuni giorni di lavori è stato possibile mettere in sicurezza la palazzina al fine di consentire alle famiglie evacuate di riprendere possesso delle loro case.

Le indagini della Squadra Mobile della Questura di Barletta Andria Trani, coordinate dalla Procura di Trani, hanno permesso di ricostruire la dinamica: l'esplosione è stata causata dall'assemblaggio e dalla deflagrazione simultanea di 24 petardi di categoria F4 creando, come riportato dalla relazione tecnica del Reparto Artificieri della Polizia di Stato, un "effetto devastante".

Dai successivi accertamenti, supportati dalle intercettazioni telefoniche e dalla visione dei sistemi di videosorveglianza, è emerso come il suddetto materiale sia stato trasportato e posizionato dagli odierni indagati nei pressi dell'ingresso dello stabile di edilizia residenziale pubblica del popolare quartiere andriese.

Occorre precisare che i provvedimenti adottati nel corso delle indagini non sono definitivi e gli indagati non possono essere considerati colpevoli fino a quando la responsabilità non sia stata accertata con sentenza o decreto penale di condanna irrevocabili.
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