.jpg)
Cronaca
Operazione “Argan” in provincia di Taranto: quattro arresti
Estorsioni e incendi con metodo mafioso: 11 indagati legati a un presunto sodalizio di Pulsano
Puglia - venerdì 19 dicembre 2025
9.44
I carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Taranto hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di quattro persone, ritenute vicine a un presunto sodalizio criminoso operante a Pulsano. Il provvedimento è stato emesso dal gip del Tribunale di Lecce su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce, in coordinamento con la Procura della Repubblica di Taranto.
L'operazione, denominata "Argan", rappresenta l'epilogo di un'articolata indagine avviata nell'ottobre 2023 e conclusa nel settembre scorso. Complessivamente sono undici le persone indagate. Agli indagati vengono contestati, a vario titolo, i reati di estorsione e incendio pluriaggravati dal metodo mafioso, porto illegale di armi, intralcio alla giustizia, evasione ed esercizio abusivo della professione.
Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, il gruppo avrebbe messo in atto una serie di estorsioni ai danni di imprenditori della provincia di Taranto, in particolare nei settori ricettivo e commerciale. Le vittime sarebbero state costrette a versare somme di denaro, anche con cadenza periodica, dopo aver subito gravi atti intimidatori, soprattutto incendi di autovetture.
Le azioni criminali non sarebbero state occasionali, ma pianificate nei dettagli attraverso sopralluoghi mirati, finalizzati a studiare le abitudini delle vittime e la presenza di sistemi di videosorveglianza. Le indagini, condotte mediante intercettazioni telefoniche e ambientali, pedinamenti con dispositivi GPS e riprese video, avrebbero fatto emergere un diffuso clima di intimidazione e assoggettamento nel territorio interessato.
L'operazione, denominata "Argan", rappresenta l'epilogo di un'articolata indagine avviata nell'ottobre 2023 e conclusa nel settembre scorso. Complessivamente sono undici le persone indagate. Agli indagati vengono contestati, a vario titolo, i reati di estorsione e incendio pluriaggravati dal metodo mafioso, porto illegale di armi, intralcio alla giustizia, evasione ed esercizio abusivo della professione.
Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, il gruppo avrebbe messo in atto una serie di estorsioni ai danni di imprenditori della provincia di Taranto, in particolare nei settori ricettivo e commerciale. Le vittime sarebbero state costrette a versare somme di denaro, anche con cadenza periodica, dopo aver subito gravi atti intimidatori, soprattutto incendi di autovetture.
Le azioni criminali non sarebbero state occasionali, ma pianificate nei dettagli attraverso sopralluoghi mirati, finalizzati a studiare le abitudini delle vittime e la presenza di sistemi di videosorveglianza. Le indagini, condotte mediante intercettazioni telefoniche e ambientali, pedinamenti con dispositivi GPS e riprese video, avrebbero fatto emergere un diffuso clima di intimidazione e assoggettamento nel territorio interessato.


Ricevi aggiornamenti e contenuti dalla Puglia 



.jpg)
.jpg)

