
Cronaca
Salento, sequestrato un maneggio nella marina di San Cataldo
Intervento dei Carabinieri Forestali, in collaborazione con il Servizio veterinario dell’Asl
Puglia - mercoledì 17 settembre 2025
17.43
I Carabinieri Forestali, in collaborazione con l'Ufficio tecnico del Comune di Lecce e il Servizio veterinario dell'Asl, hanno sequestrato a San Cataldo, marina di Lecce, un maneggio con annesso parco giochi all'interno di un'azienda agricola, per presunto abusivismo edilizio.
Nonostante un permesso di costruire inizialmente concesso, successivamente revocato dal Comune, l'azienda non avrebbe rispettato le prescrizioni relative alla riduzione del numero di box per cavalli. Al contrario, sono state realizzate tre piscine pavimentate in pietra leccese e un chiosco prefabbricato ad uso bar.
Nell'area adibita a pic-nic e parco giochi per bambini è emerso che i reflui provenienti dai servizi igienici venivano convogliati in una fossa scavata nella roccia, coperta da un solaio, senza alcuna autorizzazione. Inoltre, per la gestione delle deiezioni dei 34 cavalli, l'azienda aveva costruito una concimaia in cemento armato, anch'essa priva di autorizzazioni, così come 11 capannine con tettoia destinate al ricovero delle carrozze.
Le opere risultano realizzate in un'area di notevole interesse pubblico, parzialmente inserita in una fascia di rispetto di superfici boscate, soggetta a vincolo paesaggistico. Il legale rappresentante dell'associazione sportiva dilettantistica, nonché responsabile dell'azienda agricola, è stato denunciato alla Procura. È stata comunque concessa la possibilità di continuare ad allevare i cavalli, laddove ciò non interferisca con il sequestro delle strutture, per garantire il benessere degli animali.
Nonostante un permesso di costruire inizialmente concesso, successivamente revocato dal Comune, l'azienda non avrebbe rispettato le prescrizioni relative alla riduzione del numero di box per cavalli. Al contrario, sono state realizzate tre piscine pavimentate in pietra leccese e un chiosco prefabbricato ad uso bar.
Nell'area adibita a pic-nic e parco giochi per bambini è emerso che i reflui provenienti dai servizi igienici venivano convogliati in una fossa scavata nella roccia, coperta da un solaio, senza alcuna autorizzazione. Inoltre, per la gestione delle deiezioni dei 34 cavalli, l'azienda aveva costruito una concimaia in cemento armato, anch'essa priva di autorizzazioni, così come 11 capannine con tettoia destinate al ricovero delle carrozze.
Le opere risultano realizzate in un'area di notevole interesse pubblico, parzialmente inserita in una fascia di rispetto di superfici boscate, soggetta a vincolo paesaggistico. Il legale rappresentante dell'associazione sportiva dilettantistica, nonché responsabile dell'azienda agricola, è stato denunciato alla Procura. È stata comunque concessa la possibilità di continuare ad allevare i cavalli, laddove ciò non interferisca con il sequestro delle strutture, per garantire il benessere degli animali.