
Attualità
Torna il Jova Beach a Barletta? Adesso è polemica sulle dune costiere
Botta e risposta tra gli ambientalisti e il presidente del consiglio comunale
Puglia - lunedì 18 agosto 2025
La concreta possibilità del Jova Beach e la polemica che impazza. Nel 2026 la litoranea di Ponente potrebbe nuovamente ospitare lo show di Jovanotti, l'ipotesi ha acceso la polemica tra Legambiente e il presidente del consiglio comunale Marcello Lanotte. Motivo del contendere? Il destino delle dune costiere e del fratino.
Tutto è nato all'indomani della notte di San Lorenzo, quando, nel commentare l'abbandono dei rifiuti sulle spiagge, Lanotte scriveva «saranno colpa dell'amministrazione le erbacce incolte per tutelare le uova di un uccellino e inesistenti dune?». Tale affermazione non è passata inosservata agli occhi di Legambiente. L'associazione ambientalista è sottoscrittrice con il comune di Barletta e la Sigea di un protocollo finalizzato al ripristino e alla rinaturalizzazione dei cordoni dunari lungo la litoranea di Ponente ed ha risposto con un lungo post sui propri canali social firmato dal presidente Raffaele Corvasce.
"Sono un uomo di mondo", diceva il grande Totó, e capisco bene che cultura e conoscenza non sempre sono il diretto risultato del livello di istruzione o dei titoli di studio conseguiti, ma da un uomo di legge qual è il presidente del consiglio comunale di Barletta mi aspetto, perlomeno, il rispetto e l'osservanza di un percorso di tutela del territorio che questa stessa amministrazione ha sottoscritto, in conformità alle norme vigenti.
Purtroppo le parole scritte sulla sua pagina social sono assolutamente in contrasto con il contenuto dell'ordinanza balneare 2025, contenuta nella determinazione n. 251 del 16 aprile 2025 della Sezione Demanio e Patrimonio, art.4 comma 1 lettera u).
Mi si potrebbe replicare che ho frainteso, ma il riferimento alle aree rinaturalizzate (erbacce incolte), alla nidificazione del fratino (uova di un uccellino) e al progetto dune (inesistenti dune) appare sufficientemente chiaro. Capisco che il presidente possa non avere sensibilità per la natura, simpatie per il circolo Legambiente o apprezzamento per gli sforzi che fanno i nostri volontari per tutelare il nostro territorio, ma ci sarebbe da aspettarsi che avesse rispetto almeno per gli atti amministrativi della regione Puglia, gli stessi atti licenziati dalla massima assise comunale e dall'organo di governo comunale, la giunta, che hanno approvato il progetto proposto da Legambiente e Sigea. Capisco bene che il terzo Jova beach è alle porte, fervono i preparativi e fra questi c'é anche il tentativo di delegittimare il progetto di "rinaturalizzazione delle dune costiere" perché in questo momento torna utile, ma sarebbe auspicabile che si avesse quantomeno la decenza di astenersi dal ricorso ad una squallida gogna mediatica su un percorso di tutela della costa sottoscritto dalla stessa amministrazione di cui fa parte.
Legambiente non avallerá mai alcun documento contenente dichiarazioni che non corrispondono alla realtà, come proposto dagli organizzatori in sua presenza, negando l'esistenza di specie di flora e fauna meritevoli di tutela.
Non raccolgo mai provocazioni, ma l'esigenza di scrivere queste poche righe nasce dalla constatazione che l'associazione che mi pregio di rappresentare é stata allusivamente tirata in causa, fuori contesto, rispetto a fenomeni di ordinaria inciviltà contro i quali siamo da sempre in prima linea con i "fatti", non con le chiacchiere o i post sui social . La mia risposta al suo quesito "se anche il disastro sulle spiagge è addebitabile alla classe dirigente attualmente al governo della città", é assolutamente affermativa! La società civile è lo specchio di chi l'amministra. Ribadisco, il livello di istruzione dei singoli soggetti non è un indicatore del progresso culturale di una comunità. Affinché si progredisca in educazione, cultura e conoscenza é necessario investire in educazione, cultura e conoscenza...non altro. Chiudo con la certezza di parlare da cittadino totalmente libero e senza alcun guinzaglio, ma con la vana speranza che chi ci amministra non assurga al ruolo, o peggio si illuda di essere, padrone della città.Raffaele Corvasce
Successivamente, è arrivata la replica del presidente del consiglio Marcello Lanotte.
I barlettani pensano che oltre 3 chilometri di spiaggia libera non vengano puliti dalle erbacce per colpa del Comune e della Bar.S.A.. Ma ciò non è vero! Ecco perchè ho ritenuto doveroso comunicare che la responsabilità di questa percezione negativa va ricercata altrove.
Se ciò da fastidio a Legambiente Barletta, credo che non sia un problema mio, bensì solo suo che evidentemente non è riuscita a far apprezzare ai barlettani il suo punto di vista. Io mi chiedo soltanto perchè i nostri concittadini non devono sapere che a fronte di 3 chilometri e oltre di spiaggia sottratti alla fruizione pubblica si sono rilevate - in due anni - appena 19 uova di fratino (e non uccelli effettivamente nati)?
E ancora, perchè urlare all'insensibilità ambientale, se le dune non si sono ancora formate?
Se poi costoro, per insabbiare le loro inadempienze e incapacità, vogliono strumentalizzare le mie dichiarazioni, sostenendo che io abbia sollevato la questione solo per far celebrare un evento internazionale come il Jovabeach nella nostra città, che lo pensino pure. Infatti, non capisco perchè dovrei, sempre per amore della verità, nascondere di essere convinto che se il Jovabeach non si dovesse fare a Barletta il danno da mancati introiti economici per le attività economiche barlettane e da mancata promozione dell'immagine della città sarebbe enorme e verrebbe causato dalla posizione del referente cittadino di Legambiente che, durante un incontro esplorativo con gli organizzatori del Jovabeach e tra lo sbigottimento degli astanti, ha avuto l'ardire di sostenere che, a suo dire, solo lui potrebbe, con il suo sdraio, prendere il sole in quei 3 chilometri di spiaggia, secondo la convenzione stipulata con il Comune. Ecco, credo che tali esternazioni siano figlie di una visione esaltata, a tratti ottusa, prepotente e deviata della tutela ambientale che ignora i doveri da cui si è gravati e il contemperamento delle variegate esigenze di una comunità. La spiaggia libera è di tutti i barlettani!
Tutto è nato all'indomani della notte di San Lorenzo, quando, nel commentare l'abbandono dei rifiuti sulle spiagge, Lanotte scriveva «saranno colpa dell'amministrazione le erbacce incolte per tutelare le uova di un uccellino e inesistenti dune?». Tale affermazione non è passata inosservata agli occhi di Legambiente. L'associazione ambientalista è sottoscrittrice con il comune di Barletta e la Sigea di un protocollo finalizzato al ripristino e alla rinaturalizzazione dei cordoni dunari lungo la litoranea di Ponente ed ha risposto con un lungo post sui propri canali social firmato dal presidente Raffaele Corvasce.
"Sono un uomo di mondo", diceva il grande Totó, e capisco bene che cultura e conoscenza non sempre sono il diretto risultato del livello di istruzione o dei titoli di studio conseguiti, ma da un uomo di legge qual è il presidente del consiglio comunale di Barletta mi aspetto, perlomeno, il rispetto e l'osservanza di un percorso di tutela del territorio che questa stessa amministrazione ha sottoscritto, in conformità alle norme vigenti.
Purtroppo le parole scritte sulla sua pagina social sono assolutamente in contrasto con il contenuto dell'ordinanza balneare 2025, contenuta nella determinazione n. 251 del 16 aprile 2025 della Sezione Demanio e Patrimonio, art.4 comma 1 lettera u).
Mi si potrebbe replicare che ho frainteso, ma il riferimento alle aree rinaturalizzate (erbacce incolte), alla nidificazione del fratino (uova di un uccellino) e al progetto dune (inesistenti dune) appare sufficientemente chiaro. Capisco che il presidente possa non avere sensibilità per la natura, simpatie per il circolo Legambiente o apprezzamento per gli sforzi che fanno i nostri volontari per tutelare il nostro territorio, ma ci sarebbe da aspettarsi che avesse rispetto almeno per gli atti amministrativi della regione Puglia, gli stessi atti licenziati dalla massima assise comunale e dall'organo di governo comunale, la giunta, che hanno approvato il progetto proposto da Legambiente e Sigea. Capisco bene che il terzo Jova beach è alle porte, fervono i preparativi e fra questi c'é anche il tentativo di delegittimare il progetto di "rinaturalizzazione delle dune costiere" perché in questo momento torna utile, ma sarebbe auspicabile che si avesse quantomeno la decenza di astenersi dal ricorso ad una squallida gogna mediatica su un percorso di tutela della costa sottoscritto dalla stessa amministrazione di cui fa parte.
Legambiente non avallerá mai alcun documento contenente dichiarazioni che non corrispondono alla realtà, come proposto dagli organizzatori in sua presenza, negando l'esistenza di specie di flora e fauna meritevoli di tutela.
Non raccolgo mai provocazioni, ma l'esigenza di scrivere queste poche righe nasce dalla constatazione che l'associazione che mi pregio di rappresentare é stata allusivamente tirata in causa, fuori contesto, rispetto a fenomeni di ordinaria inciviltà contro i quali siamo da sempre in prima linea con i "fatti", non con le chiacchiere o i post sui social . La mia risposta al suo quesito "se anche il disastro sulle spiagge è addebitabile alla classe dirigente attualmente al governo della città", é assolutamente affermativa! La società civile è lo specchio di chi l'amministra. Ribadisco, il livello di istruzione dei singoli soggetti non è un indicatore del progresso culturale di una comunità. Affinché si progredisca in educazione, cultura e conoscenza é necessario investire in educazione, cultura e conoscenza...non altro. Chiudo con la certezza di parlare da cittadino totalmente libero e senza alcun guinzaglio, ma con la vana speranza che chi ci amministra non assurga al ruolo, o peggio si illuda di essere, padrone della città.Raffaele Corvasce
Successivamente, è arrivata la replica del presidente del consiglio Marcello Lanotte.
I barlettani pensano che oltre 3 chilometri di spiaggia libera non vengano puliti dalle erbacce per colpa del Comune e della Bar.S.A.. Ma ciò non è vero! Ecco perchè ho ritenuto doveroso comunicare che la responsabilità di questa percezione negativa va ricercata altrove.
Se ciò da fastidio a Legambiente Barletta, credo che non sia un problema mio, bensì solo suo che evidentemente non è riuscita a far apprezzare ai barlettani il suo punto di vista. Io mi chiedo soltanto perchè i nostri concittadini non devono sapere che a fronte di 3 chilometri e oltre di spiaggia sottratti alla fruizione pubblica si sono rilevate - in due anni - appena 19 uova di fratino (e non uccelli effettivamente nati)?
E ancora, perchè urlare all'insensibilità ambientale, se le dune non si sono ancora formate?
Se poi costoro, per insabbiare le loro inadempienze e incapacità, vogliono strumentalizzare le mie dichiarazioni, sostenendo che io abbia sollevato la questione solo per far celebrare un evento internazionale come il Jovabeach nella nostra città, che lo pensino pure. Infatti, non capisco perchè dovrei, sempre per amore della verità, nascondere di essere convinto che se il Jovabeach non si dovesse fare a Barletta il danno da mancati introiti economici per le attività economiche barlettane e da mancata promozione dell'immagine della città sarebbe enorme e verrebbe causato dalla posizione del referente cittadino di Legambiente che, durante un incontro esplorativo con gli organizzatori del Jovabeach e tra lo sbigottimento degli astanti, ha avuto l'ardire di sostenere che, a suo dire, solo lui potrebbe, con il suo sdraio, prendere il sole in quei 3 chilometri di spiaggia, secondo la convenzione stipulata con il Comune. Ecco, credo che tali esternazioni siano figlie di una visione esaltata, a tratti ottusa, prepotente e deviata della tutela ambientale che ignora i doveri da cui si è gravati e il contemperamento delle variegate esigenze di una comunità. La spiaggia libera è di tutti i barlettani!