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Cronaca
Voti dal clan Parisi, arrestato un assessore di Modugno. Indagato il sindaco
L'indagine dell'Antimafia sulle elezioni del 2020 nel comune in provincia di Bari
Puglia - mercoledì 5 novembre 2025
9.57
Ci sarebbero i voti "acquistati" dal clan Parisi di Japigia dietro l'elezione di un consigliere comunale di Modugno, Antonio Lopez, 30 anni, poi nominato assessore alle Attività Produttive, e accordi che nel 2020 avrebbero portato Nicola Bonasia a diventare sindaco di Modugno al ballottaggio, sostenuto da varie liste civiche.
L'attuale primo cittadino è ora indagato a piede libero, mentre sei persone, fra cui Lopez, eletto con la lista civica "Modugno per le imprese e il commercio" con 195 voti, esponente locale della Democrazia Cristiana e candidato alle prossime elezioni regionali con Forza Italia, sono finite in carcere nell'ambito dell'inchiesta condotta dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Bari e dallo Scico di Roma, sotto il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia di Bari.
Ai sei, secondo l'ordinanza di custodia cautelare del giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Bari, Giuseppe Montemurro, sono contestate le accuse - a vario titolo - di scambio elettorale politico mafioso, estorsione e detenzione e porto illegale di armi comuni da sparo. Secondo quanto emerso dalle indagini, per le amministrative del 2020 a Modugno sarebbe stato stretto un patto elettorale tra i membri di spicco del clan Parisi e alcuni esponenti della politica cittadina.
In cambio di denaro e favori, il gruppo mafioso Parisi avrebbe garantito pacchetti di voti a Lopez e, successivamente, al futuro sindaco Bonasia in occasione del ballottaggio. Per scalare la politica locale, per l'accusa, Lopez avrebbe acquistato voti da membri dei Parisi in cambio di denaro e della disponibilità a soddisfare le esigenze del gruppo mafioso, e in occasione del ballottaggio avrebbe «fatto da tramite» per procacciare preferenze al candidato sindaco Bonasia, poi eletto.
Il consigliere eletto - secondo le indagini coordinate dal pubblico ministero antimafia Fabio Buquicchio - avrebbe mantenuto rapporti diretti col clan, continuando a operare come intermediario per nuovi accordi in vista delle europee del 2024. I finanzieri, inoltre, hanno documentato un summit in un'abitazione di Japigia, alla presenza di cinque persone, tra cui proprio Lopez, nel quale sarebbero stati presi accordi per sostenere un candidato al Parlamento europeo, ignaro di tutto ciò.
La Direzione Distrettuale Antimafia di Bari, in una nota stampa, ha definito l'operazione scattata questa mattina "una significativa testimonianza dell'impegno per contrastare la commistione - si legge nella nota - tra interessi politici e mafiosi", fenomeno che mina la libertà di voto e la trasparenza dei processi democratici.
L'attuale primo cittadino è ora indagato a piede libero, mentre sei persone, fra cui Lopez, eletto con la lista civica "Modugno per le imprese e il commercio" con 195 voti, esponente locale della Democrazia Cristiana e candidato alle prossime elezioni regionali con Forza Italia, sono finite in carcere nell'ambito dell'inchiesta condotta dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Bari e dallo Scico di Roma, sotto il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia di Bari.
Ai sei, secondo l'ordinanza di custodia cautelare del giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Bari, Giuseppe Montemurro, sono contestate le accuse - a vario titolo - di scambio elettorale politico mafioso, estorsione e detenzione e porto illegale di armi comuni da sparo. Secondo quanto emerso dalle indagini, per le amministrative del 2020 a Modugno sarebbe stato stretto un patto elettorale tra i membri di spicco del clan Parisi e alcuni esponenti della politica cittadina.
In cambio di denaro e favori, il gruppo mafioso Parisi avrebbe garantito pacchetti di voti a Lopez e, successivamente, al futuro sindaco Bonasia in occasione del ballottaggio. Per scalare la politica locale, per l'accusa, Lopez avrebbe acquistato voti da membri dei Parisi in cambio di denaro e della disponibilità a soddisfare le esigenze del gruppo mafioso, e in occasione del ballottaggio avrebbe «fatto da tramite» per procacciare preferenze al candidato sindaco Bonasia, poi eletto.
Il consigliere eletto - secondo le indagini coordinate dal pubblico ministero antimafia Fabio Buquicchio - avrebbe mantenuto rapporti diretti col clan, continuando a operare come intermediario per nuovi accordi in vista delle europee del 2024. I finanzieri, inoltre, hanno documentato un summit in un'abitazione di Japigia, alla presenza di cinque persone, tra cui proprio Lopez, nel quale sarebbero stati presi accordi per sostenere un candidato al Parlamento europeo, ignaro di tutto ciò.
La Direzione Distrettuale Antimafia di Bari, in una nota stampa, ha definito l'operazione scattata questa mattina "una significativa testimonianza dell'impegno per contrastare la commistione - si legge nella nota - tra interessi politici e mafiosi", fenomeno che mina la libertà di voto e la trasparenza dei processi democratici.
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