Ex Sindaco di Trinitapoli cita per danni il ministero degli interni

«Attribuite false frequentazioni con un malavitoso nella relazione di scioglimento del consiglio comunale»

venerdì 27 maggio 2022 14.49
A cura di Vito Troilo
Emanuele Losapio, decaduto dalla carica di Sindaco di Trinitapoli a seguito dello scioglimento del consiglio comunale casalino disposto dal Governo lo scorso 31 marzo, ha annunciato l'intenzione (già trapelata nelle scorse settimane) di agire nelle sedi opportune per tutelare la sua persona in merito ad alcuni passaggi contenuti nella relazione - resa pubblica il 4 maggio - sull'attività svolta dalla Commissione d'accesso che si era insediata nel Comune ofantino a luglio del 2021, secondo la quale sarebbero stati «accertati condizionamenti da parte della criminalità organizzata» sull'attività politico-amministrativa nel periodo preso in esame, ovvero dal 2016. Il consiglio dei ministri, su proposta della titolare del Viminale Luciana Lamorgese, ha stabilito lo scoglimento dell'Ente trinitapolese ai sensi dell'articolo 143 del decreto legislativo n° 267 18 agosto 2000.

L'ex Sindaco non ha mandato giù, nel dettaglio, una frase di quella relazione e deciso di citare per danni il ministero dell'interno: «Un'azione a tutela della mia persona, della città e, soprattutto, della verità» l'ha definita Losapio. «In questo momento delicato, i legali mi hanno consigliato il silenzio e a tempo debito racconterò cos'è successo rispetto alle illazioni su di me e sull'operato della mia amministrazione» ha aggiunto l'esponente di Fratelli d'Italia.

«Chi ha scritto che l'ex Sindaco di Trinitapoli Emanuele Losapio ha avuto frequentazioni con un capoclan (ucciso nel 2019) dovrà rispondere nelle sedi opportune per aver diffuso una falsità» ha rimarcato l'avvocato Michele Vaira riferendosi in particolare al passaggio di un allegato della relazione di scioglimento del Comune casalino nel quale sono riferiti "riscontri certi ottenuti dalla Commissione di indagine circa frequentazioni dell'attuale Sindaco con il predetto capoclan ucciso". Parole oggettivamente inequivocabili che hanno scatenato la rabbia di Losapio.

«Non è opportuno entrare nel merito delle argomentazioni della relazione che ha portato allo scioglimento del Comune di Trinitapoli ma la gravità di quell'affermazione infondata ci obbliga a tutelare la dignità dell'ex Sindaco Losapio oltre ogni provvedimento amministrativo» ha aggiunto l'avvocato Vaira.

La frase, ripresa da molti organi di informazione in virtù dell'autorevolezza delle fonte, è divenuta oggetto di dibattito pubblico. «Quella dichiarazione predisposta dal ministero è priva di ogni fondamento e chiederemo il giusto risarcimento per aver leso la rispettabilità di Losapio, cagionandogli un danno morale, umano, sociale, professionale e politico senza che ve ne fosse la minima ragione e prova» ha sottolineato Vaira, che non teme alcuna smentita: «Emanuele Losapio non ha mai avuto alcuna frequentazione con nessun capoclan di Trinitapoli. Qualcuno dovrà chiedere scusa di quella frase inaudita, spiegando se si sia trattato di errore o menzogna. E dovrà risarcirne i danni». Il legale è stato piuttosto chiaro: «Chiederemo un riscarcimento milionaro al Viminale. Abbiamo inviato la citazione anche ai singoli componenti della Commissione e al ministro Lamorgese perché qualcuno deve rispondere della falsità di questa informazione».