
Cronaca
Barletta in silenzio per il piccolo Checco: commozione per l’ultimo saluto
In tanti al funerale del bambino venuto a mancare il 5 maggio
Puglia - martedì 13 maggio 2025
14.49
Barletta si è stretta nel dolore per l'ultimo saluto al piccolo Francesco, "Checco" per i familiari e gli amichetti, scomparso tragicamente lo scorso 5 maggio. Il funerale, celebrato ieri pomeriggio nella Parrocchia della Santissima Trinità, è stato accompagnato da una profonda commozione collettiva: in tantissimi hanno voluto stringersi attorno alla famiglia, in un silenzio carico di impotenza.
Don Cosimo ha pronunciato la seguente omelia:
"Francesco, carissimi bambini, ecco il nostro patto: restare uniti, tutti insieme, con Gesù. Questo è il momento in cui Gesù ci parla, e l'omelia stessa sia per noi un momento di preghiera, di elevazione dell'anima, di incontro tra il nostro cuore e il Cuore di Cristo.
Siamo qui con i cuori affranti, addolorati. Le nostre menti confuse si aprono a un grande "perché", che solo il Mistero può accogliere. Ma la Parola di Dio ci viene in aiuto: è luce che rischiara l'ombra di una tragedia che non trova spiegazione umana.
Abbiamo invocato lo Spirito Santo. "Vieni, Santo Spirito", abbiamo pregato, perché solo Lui, che è Sapienza e Intelletto, Consiglio e Fortezza, Scienza, Pietà e Timor di Dio, può donarci la forza e la luce in un momento così buio. Lo Spirito ci consola, ci sostiene, come stanno facendo i bambini, i ragazzi, gli amici di Francesco.
Francesco correva, correva sempre – dicevano i genitori – con una forza inarrestabile, con una spinta alla vita che sembrava inesauribile. Ora corre nel Cielo, tra gli angeli, vive con Dio, nella luce eterna.
"Vieni, Santo Spirito, manda a noi dal cielo un raggio della tua luce…". Donaci, Signore, i tuoi doni: il dono della fede, della speranza, della consolazione. Siamo qui perché crediamo in Cristo, morto e risorto. Cristo è la nostra speranza.
Domenico e Rosalba, sin dal primo momento, si sono affidati alla preghiera. Non si può vivere questo dolore se non stringendosi a Cristo. Facciamo nostra questa loro fede profonda.
Lo Spirito Santo soffia dove vuole, come vuole, e oggi soffia qui, su di noi, nei nostri cuori e nelle nostre menti, affinché questa celebrazione sia un inno alla Risurrezione: la risurrezione del piccolo Francesco e, con lui, anche la nostra.
"Infondi in noi, Signore, il fuoco del tuo amore e accendi la tua luce nei cuori dei tuoi fedeli", perché Francesco ora contempla quella luce beatissima e corre da un'estremità all'altra del cielo, come dice la Scrittura. Vive, e brilla per noi, giorno e notte.
Francesco non ci lascia, non vi lascerà mai. Sarà sempre con noi in Cristo. In Cristo nessuno muore: la vita non ci è tolta, ma trasformata.
Sì, ci vuole fede. Ci vuole speranza. Ci vuole carità. E la Parola di Dio ce le dona in abbondanza. San Paolo ci dice: "Siamo convinti che Colui che ha risuscitato Gesù risusciterà anche noi, insieme con Lui". Francesco è con gli angeli, con i santi, perché noi crediamo. Non perché lo dice don Cosimo o un sacerdote, ma perché lo dice Cristo. E ancora: "Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell'ultimo giorno". E "quanti siamo stati battezzati in Cristo, siamo risorti con Lui".
Francesco, quel giorno, era felice. Ricordo la sua foto, gli occhi spalancati alla luce, al sole. Era pieno della grazia di Dio.
Per questo san Paolo ci invita: "Non ci scoraggiamo". Anche se l'uomo esteriore si disfa, quello interiore si rinnova ogni giorno. Continuiamo il nostro cammino terreno rinnovandoci, pregando, facendo opere buone, opere di carità. Portiamo pace nelle famiglie, nelle città, nel mondo.
Non dimentichiamo di pregare per la pace, come ci ricorda continuamente il Papa.
Nella seconda lettura, abbiamo ascoltato: "Benedetto sia Dio… che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo. In Lui ci ha scelti prima della creazione del mondo per essere santi e immacolati di fronte a Lui nella carità".
Siamo stati scelti. Predestinati ad essere suoi figli adottivi. Ed è lecito, dinanzi a certi eventi, chiederci: qual è il disegno di Dio? Ma è un disegno di amore che ci supera. Noi non possiamo capirlo. Né io, né voi, Domenico e Rosalba. Solo stringendoci al cuore di Cristo, pian piano, ci sarà rivelato.
Concludo con parole piene di speranza. Gesù disse alla folla: "Tutto ciò che il Padre mi dà verrà a me, e colui che viene a me, io non lo perderò mai. Sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma quella del Padre mio: che nessuno vada perduto".
E allora continuiamo questa celebrazione eucaristica stringendoci all'altare di Cristo, che accoglie e abbraccia il piccolo Francesco. Forti nella fede, viviamo nella speranza e nella carità".
Don Cosimo ha pronunciato la seguente omelia:
"Francesco, carissimi bambini, ecco il nostro patto: restare uniti, tutti insieme, con Gesù. Questo è il momento in cui Gesù ci parla, e l'omelia stessa sia per noi un momento di preghiera, di elevazione dell'anima, di incontro tra il nostro cuore e il Cuore di Cristo.
Siamo qui con i cuori affranti, addolorati. Le nostre menti confuse si aprono a un grande "perché", che solo il Mistero può accogliere. Ma la Parola di Dio ci viene in aiuto: è luce che rischiara l'ombra di una tragedia che non trova spiegazione umana.
Abbiamo invocato lo Spirito Santo. "Vieni, Santo Spirito", abbiamo pregato, perché solo Lui, che è Sapienza e Intelletto, Consiglio e Fortezza, Scienza, Pietà e Timor di Dio, può donarci la forza e la luce in un momento così buio. Lo Spirito ci consola, ci sostiene, come stanno facendo i bambini, i ragazzi, gli amici di Francesco.
Francesco correva, correva sempre – dicevano i genitori – con una forza inarrestabile, con una spinta alla vita che sembrava inesauribile. Ora corre nel Cielo, tra gli angeli, vive con Dio, nella luce eterna.
"Vieni, Santo Spirito, manda a noi dal cielo un raggio della tua luce…". Donaci, Signore, i tuoi doni: il dono della fede, della speranza, della consolazione. Siamo qui perché crediamo in Cristo, morto e risorto. Cristo è la nostra speranza.
Domenico e Rosalba, sin dal primo momento, si sono affidati alla preghiera. Non si può vivere questo dolore se non stringendosi a Cristo. Facciamo nostra questa loro fede profonda.
Lo Spirito Santo soffia dove vuole, come vuole, e oggi soffia qui, su di noi, nei nostri cuori e nelle nostre menti, affinché questa celebrazione sia un inno alla Risurrezione: la risurrezione del piccolo Francesco e, con lui, anche la nostra.
"Infondi in noi, Signore, il fuoco del tuo amore e accendi la tua luce nei cuori dei tuoi fedeli", perché Francesco ora contempla quella luce beatissima e corre da un'estremità all'altra del cielo, come dice la Scrittura. Vive, e brilla per noi, giorno e notte.
Francesco non ci lascia, non vi lascerà mai. Sarà sempre con noi in Cristo. In Cristo nessuno muore: la vita non ci è tolta, ma trasformata.
Sì, ci vuole fede. Ci vuole speranza. Ci vuole carità. E la Parola di Dio ce le dona in abbondanza. San Paolo ci dice: "Siamo convinti che Colui che ha risuscitato Gesù risusciterà anche noi, insieme con Lui". Francesco è con gli angeli, con i santi, perché noi crediamo. Non perché lo dice don Cosimo o un sacerdote, ma perché lo dice Cristo. E ancora: "Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell'ultimo giorno". E "quanti siamo stati battezzati in Cristo, siamo risorti con Lui".
Francesco, quel giorno, era felice. Ricordo la sua foto, gli occhi spalancati alla luce, al sole. Era pieno della grazia di Dio.
Per questo san Paolo ci invita: "Non ci scoraggiamo". Anche se l'uomo esteriore si disfa, quello interiore si rinnova ogni giorno. Continuiamo il nostro cammino terreno rinnovandoci, pregando, facendo opere buone, opere di carità. Portiamo pace nelle famiglie, nelle città, nel mondo.
Non dimentichiamo di pregare per la pace, come ci ricorda continuamente il Papa.
Nella seconda lettura, abbiamo ascoltato: "Benedetto sia Dio… che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo. In Lui ci ha scelti prima della creazione del mondo per essere santi e immacolati di fronte a Lui nella carità".
Siamo stati scelti. Predestinati ad essere suoi figli adottivi. Ed è lecito, dinanzi a certi eventi, chiederci: qual è il disegno di Dio? Ma è un disegno di amore che ci supera. Noi non possiamo capirlo. Né io, né voi, Domenico e Rosalba. Solo stringendoci al cuore di Cristo, pian piano, ci sarà rivelato.
Concludo con parole piene di speranza. Gesù disse alla folla: "Tutto ciò che il Padre mi dà verrà a me, e colui che viene a me, io non lo perderò mai. Sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma quella del Padre mio: che nessuno vada perduto".
E allora continuiamo questa celebrazione eucaristica stringendoci all'altare di Cristo, che accoglie e abbraccia il piccolo Francesco. Forti nella fede, viviamo nella speranza e nella carità".