Napoli-Lecce
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LA PUGLIA NEL PALLONE - Tra rimpianti e contestazioni. Lo strano weekend di Lecce e Bari

I salentini cedono al Napoli con onore. Biancorossi vittoriosi e contestati

Quello appena trascorso, è stato per il calcio pugliese uno dei weekend più strani e controversi, con da una parte il Lecce, uscito sconfitto forse addirittura immeritatamente dal match del "Via del Mare" contro il Napoli capolista, e dall'altra il Bari, fatto oggetto da una pesantissima contestazione - con purtroppo in aggiunta i fin troppo noti e deprecabili episodi di violenza -, che però in campo si è tolto la soddisfazione di battere il Pisa fresco di promozione in Serie A.

E a proposito di Serie A, se da un lato la sconfitta del Lecce al cospetto di un Napoli sempre più vicino allo scudetto era sicuramente da mettere in preventivo, dall'altro la prestazione dei giallorossi di Marco Giampaolo lascia tantissimi rimpianti, prima di tutto per il gol subito su punizione da Raspadori, in occasione del quale la barriera leccese si è fatta beffare dal velo di McTominey, senza che nessun difensore si sia curato di coprire l'astuto movimento dello scozzese.

Grandi rimpianti vi sono inoltre per il gran secondo tempo disputato, dove Baschirotto e compagni avrebbero forse meritato il pareggio.

E poi naturalmente grande rammarico in casa giallorossa deve esserci per i tanti, troppi punti buttati al vento con prestazioni spesso indecorose contro avversari ben più alla portata rispetto a Juventus, Atalanta e per l'appunto Napoli. Tutti match, questi ultimi, sulla carta proibitivi, ma dove il Lecce avrebbe forse meritato decisamente di più del punto fatto a Bergamo.

Il problema, in ottica salvezza, che potrebbe rivelarsi esiziale per le speranze leccesi, è tutto racchiuso nei pareggi interni con Parma, Empoli, Genoa e Venezia, nei zero punti su sei contro Como e Udinese, nell'indecente primo tempo di Genova e nel secondo tempo indecoroso di Cagliari.

In tutto questo c'è solo da sperare che il Lecce scenda in campo contro Verona e Torino con la stessa grinta e determinazione vista contro Atalanta e Napoli, possibilmente con un Krstovic abile e arruolato, visto il problema fisico accusato nel finale della partita contro la squadra di Antonio Conte.

Dai possibili rimpianti del Lecce, al continuo paradosso del Bari. Nel match di domenica pomeriggio contro il Pisa, le premesse per l'ennesimo pomeriggio calcistico poco glorioso c'erano davvero tutte: dai numerosi supporters pisani pronti a festeggiare il ritorno in Serie A dopo trentaquattro anni dei nerazzurri toscani, all'ennesima pesantissima contestazione del tifo organizzato barese nei confronti di squadra e proprietà, fino ai deprecabili episodi di violenza avvenuti al di fuori dello stadio, dai quali gli stessi gruppi organizzati hanno nettamente preso le distanze esprimendo ferma condanna.

Poi, come spesso accade nel calcio, è il campo ad emettere l'unico verdetto che conta, e in merito a Bari-Pisa - match che ci riporta con la memoria esattamente a quarant'anni fà, quanto entrambe le squadre festeggiavano (con il Lecce) la promozione in Serie A - il verdetto del campo racconta di un Bari vittorioso per 1-0 con gol di Bonfanti (giocatore arrivato in prestito proprio dal Pisa), e che non ha faticato a condurre in porto una vittoria importante e prestigiosa, forse grazie anche alle notizie provenienti da Reggio Emilia, dove la sconfitta dello Spezia ha garantito agli ospiti la certezza aritmetica della promozione in massima serie.

Ma quel che è più importante per il Bari di Moreno Longo, è innanzitutto l'aver raggiunto con il successo di domenica l'aritmetica certezza di restare in B anche il prossimo anno, vista la gran bagarre in zona salvezza, che seppur con diverse sfumature, vede coinvolte ben dieci squadre, e che va dai 44 punti di Modena (che fino a domenica aveva gli stessi punti del Bari), Sud Tirol e Carrarese, fino ai 36 punti del Cittadella penultimo in classifica.

E poi c'è il grande paradosso di una classifica che ora vede il Bari più che mai in lotta per un posto playoff che, calendario alla mano, risulta tutt'altro che impossibile per un Bari tra i più contestati della storia. Un Bari paradossale, come spesso la sua stessa storia racconta. Una storia nella quale non di rado si è scambiato il piombo per oro e viceversa, con esempi che vanno dal Bari di Platt, Boban e Jarni, una squadra, si disse, "pronta a sbarcare in Europa" e che invece naufragò miseramente in Serie B, al Bari di Eugenio Fascetti e di un giovanissimo Nicola Ventola, che nel 1997 passò in appena 84 giorni dalla durissima contestazione di Bari-Ravenna 0-2 al delirio di Bari-Castel di Sangro 3-1.
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